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VIVA LA COSTITUZIONE

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Si chiede la mobilitazione di tutti i cittadini per evitare l’ultimo disastro.

FIRMATE LA PETIZIONE SU ILFATTOQUOTIDIANO

Queste le parole di Ingroia:

LA MODIFICA del 138, dimezzando fra l’altro i
tempi fra le due votazioni (45 giorni anziché tre
mesi) e istituendo un comitato parlamentare che
porrà mano alla riforma delle strutture portanti
della nostra organizzazione costituzionale scardinerebbe
la cassaforte costituzionale. E il 29 luglio
si aprirà dunque una breccia che, dopo l’appro –
vazione definitiva in seconda votazione entro fine
ottobre, e senza referendum confermativo in vista
di una maggioranza “bulgara” di ben oltre i 2/3 dei
parlamentari, consentirà una slavina di modifiche
che cambierà il volto della nostra Costituzione e
della nostra Repubblica. Una Repubblica non più
parlamentare, ma presidenziale. Una svolta autoritaria
che determinerà la neutralizzazione di ogni
potere di controllo (magistratura e Parlamento, in
primis) in favore della teoria di “un uomo solo al
comando”. Così finendo per attuare il progetto
principe di Berlusconi che, a sua volta, ha cercato
di portare a termine un vecchio pallino di Licio
Gelli (il cui progetto tutti concordano nel definire
eversivo e golpista). Ma quel che è più inaccettabile
è che tutto ciò debba avvenire a totale insaputa
degli italiani. Ecco perché alcuni cittadini,
giuristi, costituzionalisti e rappresentanti di associazioni
hanno deciso di prendere l’iniziativa: rivolgersi
ai parlamentari democratici perché consentano
ai cittadini di partecipare al processo decisionale,
esprimendo le loro opzioni in un referendum
confermativo. E perciò chiediamo ai parlamentari
di far mancare la maggioranza dei 2/3, la
sola che renderebbe superfluo il referendum. Ma
per far ascoltare questo appello non basta la voce
dei pochi che si sono resi conto dell’emergenza
costituzionale in cui siamo, ignara la stragrande
maggioranza degli italiani. Occorre che si sollevi
una voce alta, forte, popolare. Per questo si stanno
costituendo in tutta Italia i comitati “Viva la Costituzione”,
che in coordinamento con le altre associazioni,
movimenti e comitati sorti in questi
anni a difesa della Carta, da domani inizieranno a
raccogliere le firme dei cittadini che vorranno
aderire all’appello. Un appello per la democrazia.
Un appello per la partecipazione dei cittadini al
dibattito sulla decisione se e come cambiare la Costituzione.
Un appello per rivendicare il diritto alla
cittadinanza attiva. Per ribellarci alla solita politica
sorda e distante che ci vuole condannare alla
sudditanza obbediente e silenziosa.

Da Il Fatto Quotidiano , dove è possibile firmare la petizione

Pubblichiamo l’appello contro il ddl di riforma costituzionale firmato da Alessandro Pace, Alberto Lucarelli, Paolo Maddalena, Gianni Ferrara, Cesare Salvi, Massimo Villone, Silvio Gambino, Antonio Ingroia, Antonello Falomi, Domenico Gallo, Raffaele D’Agata , Raniero La Valle, Beppe Giulietti e Mario Serio

Ignorando il risultato del referendum popolare del 2006 che bocciò a grande maggioranza la proposta di mettere tutto il potere nelle mani di un “premier assoluto”, è ripartito un nuovo e ancor più pericoloso tentativo di stravolgere in senso presidenzialista la nostra forma di governo, posponendo a questa la indilazionabile modifica dell’attuale legge elettorale. In fretta e furia e nel pressoché unanime silenzio dei grandi mezzi d’informazione la Camera ha iniziato a esaminare il disegno di legge governativo, già approvato dal Senato, di revisione della Costituzione in plateale violazione della disciplina prevista dall’articolo 138, che costituisce la “valvola di sicurezza” pensata dai nostri Padri costituenti per impedire stravolgimenti della Costituzione. CI APPELLIAMO a voi che avete il potere di decidere, perché il processo di revisione costituzionale in atto sia riportato nei binari della legalità costituzionale. Chiediamo che l’iter di discussione del disegno di legge costituzionale presentato dal governo Letta segua tempi e modi rispettosi del dettato costituzionale (…). Chiudere, a ridosso delle ferie estive, la prima lettura del disegno di legge, contrastando con le finalità dell’ar – ticolo 138 della Costituzione, impedisce un vero e serio coinvolgimento dell’opinione pubblica nel dibattito. In secondo luogo vi chiediamo di restituire al Parlamento e ai parlamentari il ruolo loro spettante nel processo di revisione della nostra Carta. L’aver abbandonato la procedura normale di esame esplicitamente prevista dall’articolo 72 della Costituzione per l’esame delle leggi costituzionali, l’aver attribuito al governo un potere emendativo privilegiato, la proibizione di porre le questioni pregiudiziali, sospensive o di non passaggio agli articoli, l’im – possibilità per i singoli parlamentari di sub-emendare le proposte del governo o del comitato, la proibizione per i parlamentari in dissenso con i propri gruppi di presentare propri emendamenti, le deroghe previste ai regolamenti di Camera e Senato, costituiscono altrettante scelte che umiliano e comprimono l’autonomia e la libertà dei parlamentari e quindi il ruolo e la funzione del Parlamento. Le conseguenze di tali scelte si riveleranno in tutta la loro gravità allorché, una volta approvato questo disegno di legge, l’istituendo comitato per le riforme costituzionali porrà mano alla riforma delle strutture portanti della nostra organizzazione costituzionale (dal Parlamento al presidente della Repubblica, dal governo alle Regioni) sulla base delle norme che oggi la Camera sta approvando in flagrante violazione dell’art. 138. (…) Vi chiediamo ancora che le singole leggi costituzionali, omogenee nel loro contenuto, indichino con precisione le parti della Costituzione sottoposte a revisione. (…) Non si tratta, in definitiva, di un intervento di “manutenzione” ma di una riscrittura radicale della nostra Carta non consentita dalla Costituzione, che apre ampi spazi all’arbitrio delle contingenti maggioranze parlamentari. CHIEDIAMO, infine, che nell’esprimere il vostro voto in seconda lettura del provvedimento di modifica dell’articolo 138, consideriate che la maggioranza parlamentare dei due terzi dei componenti le Camere per evitare il referendum confermativo, in ragione di una legge elettorale che distorce gravemente e incostituzionalmente la rappresentanza popolare, non coincide con la realtà politica del corpo elettorale del nostro Paese. Rispettare questa realtà, vuol dire esprimere in Parlamento un voto che consenta l’indizione di un referendum confermativo sulla revisione dell’articolo 138. È in gioco il futuro della nostra democrazia. Assumetevi la responsabilità di garantirlo.

 

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