La conferma viene da una ricerca che è stato presentata in anteprima al convegno nazionale della società italiana di medicina estetica in corso a Roma.
Secondo lo studio non è l’insufficienza del sistema venoso la principale causa ma il tessuto adiposo.
Fino ad oggi ci si era concentrati su terapie contro l’insufficienza venosa, invece nuove ricerche italiane e internazionali dimostrano come e quanto sia coinvolto il tessuto adiposo che, fin dalle prime fasi di comparsa della cellulite, agisce come un organo endocrino, infiamma i tessuti innescando processi fibrotici che con gli anni portano ad un peggioramento irreversibile dello stato.
La terapia consiste nella dieta acidificante, iperproteica, ipoglucidica e alcalinizzante, da fare per almeno un mese. Nei primi due-tre giorni si assumono frullati a base di frutta o di verdura; seguiti da 5-6 giorni di alimentazione senza glutine; poi si ricomincia a mangiare per 15-20 giorni carboidrati a pranzo e proteine la sera, mantenendo la proporzione di 60% alimenti alcalinizzanti (frutta, verdura e legumi) e 40% di acidificanti (carne, dolci, carboidrati).
Alla dieta si associa l’assunzione di bustine di bicarbonato di sodio, potassio e magnesio per ridurre ulteriormente l’acidità dei tessuti. Infine è necessario bere 2 litri di acqua al giorno, acidula durante i pasti e a pH verso l’alcalinità (sopra 5,8-6) lontano dai pasti.
Tutto dipende dagli alimenti alcalinizzanti che permettono di depurare l’organismo e ridurre l’infiammazione del tessuto adiposo. Inoltre i massaggi manuali e meccanici come il linfodrenaggio ed endermologie, mesoterapia e carbossiterapia sono necessari per trattare le fasi avanzate di cellulite dolorosa, ridurre l’edema e l’insufficienza venosa associati alle forme gravi.
Infine fra le nuove terapie anticellulite presentate al congresso romano molte prendono spunto dalla medicina sportiva: magnetoterapia, tecarterapia, radiofrequenza, laser e infrarossi ad azione antinfiammatoria e contro la fibrosi dei tessuti.