Psicopatologia del potere
La ricchezza è senza dubbio una fonte di potere. Ma il potere vero, non esercitato tramite la violenza o la forza fisica, in realtà non esiste. O per lo meno, non esiste di per sè stesso, in quanto, l’essere umano alla nascita, è uno degli esseri più deboli della natura ed è totalmente impotente.
Lo sviluppo dell’uomo inizia con la sua capacità di acquisire controllo sulla propria vita e con la capacità di interagire col mondo che lo circonda, con gli altri e di riuscire a dare un significato a tutto ciò.
E’ impossibile quindi, non dare un significato a ciò che ci circonda. Per cui, acquisire la capacità di dare costantemente un senso alle relazioni tra se stessi e le persone con cui si interagisce, significa averne il controllo ed esercitare un potere che, in questo modo, è il frutto di un processo circolare di coordinamento nell’attribuzione di significato.
Il mettere in atto strategie comunicative costruite al fine di avere un controllo sulle relazioni, togliendo iniziativa alla relazione, consente di mantenere il potere.
Queste strategie comunicative, nell’ultimo quarto di secolo, sono state supportate da un massiccio uso del mezzo multimediale, soprattutto televisivo, creando dei modelli narcisistici che hanno prodotto dei feticci culturali, sociali e politici, con l’effetto di vedere dimensionate e ridotte le capacità di scelta, di considerazione e di analisi della realtà e della coerenza con le proprie motivazioni interne.
Il miraggio economico, il raggiungimento di una ricchezza facile, la privazione di senso critico e del senso della realtà, operato dalla bramosia finalizzata al mantenimento del potere da parte di soggetti psicopatici, boriosi e pieni di sè, che vivono con la necessità di costruirsi consensi e adulazioni, hanno pericolosamente fuorviato dalla capacità di affrontare i problemi reali della società.
Dopo una così forte assuefazione ai condizionamenti mentali, liberarsene potrebbe sembrare un lavoro arduo. E certamente lo è senza l’intervento esterno di qualcuno che riesca a mostrare con chiarezza, quali sono i limiti imposti dai condizionamenti e restituendo pian piano la “sovranità al proprio pensiero”, liberando dalle barriere che impediscono la presa di coscienza.
Gli psicopatici del potere corrono pur sempre il rischio di un ” risveglio improvviso ” delle coscienze che avrebbe conseguenze disastrose e quanto mai violente. Per questo si assiste, come in questo periodo, a comportamenti che sembrano irreali per le evidenti continue contraddizioni tra il dire e il fare, ricatti e minacce ai sudditi incoscienti, finalizzate all’allungamento dei tempi di cessione del potere, con la speranza di riprenderne il controllo.
Tutte le energie sono rivolte alla ricerca di un qualunque appiglio e tutte le risorse disponibili sono dispiegate al conseguimento del fine ultimo. Il pericolo maggiore, in questi casi, è l’arma della distrazione. Tutto ci si può aspettare da una mente psicopatica, e considerando la grande quantità di risorse cui può attingere, mollare per un solo attimo la presa, può avere disastrose conseguenze che coinvolgono non solo i sostenitori ignavi e gli oppositori, ma anche l’intera comunità di chi è lontano dalle lotte di potere intento alla lotta per la sopravvivenza.
La difesa dall’enorme pericolo rappresentato dal leader che sta giocando le sue ultime carte, non è semplice se non guidata da una sana informazione che consenta, da un lato di mettere in luce le incongruenze e le ovvie contraddizioni nel dire e nel fare, dall’altro una martellante iniziativa di proposte alternative corroborate da prese di posizione chiare e facilmente comprensibili a tutti i livelli sociali. Informazione dunque, continua e che usi il metodo del rapporto diretto. Significa fare in modo che un’idea, una proposta e la realtà, siano propagandate, non dai sistemi informativi mediatici, chiaramente in mano al leader e di conseguenza inutiizzabili, ma tramite il contatto diretto, con incontri pubblici, dibattiti locali, manifestazioni che attraggano grandi quantità di persone ai quali, anche sotto forme diverse, si spieghi e faccia comprendere i pericoli esistenti.
I ruoli seterminanti sono svolti da due categorie. La prima, importante per la preparazione e conoscenza profonda delle crisi, è quella degli intellettuali, i quali, assopiti perchè scoraggiati dalla non considerazione in cui sono relegati dal potere dominante, come caratteristica non hanno reazioni di alcun tipo se non di distacco quasi schizzinoso dalle ” masse ignoranti che non capiscono e non li capiscono anche se le difendono” dimenticando che la presa di xoscienza passa per l’informazione e che l’informazione deve essere uniformata al linguaggio comune. La seconda categoria, importante e quanto mai diffusa, è quello strano animale che si chiama ceto medio.
Questa categoria è sempre stata l’ammortizatore del dissenso e dello strapotere. Alle dirette dipendenze del leader e a diretto contatto con il popolo.
Tra i tanti errori delle teorie liberiste, l’errore più grave è quello della scarsa o nulla considerazione del ceto medio. La crescita del capitale e lo spostamento che segue le
” curve economiche “, leggi previsioni di crescita e accumulo, considera la forza lavoro come una variabile spesso sacrificabile. Senza distinzione tra i diversi ” ceti “. Se questo era possibile negli anni quaranta, la democratizzazione degli stati, specie europei, non permette di seguire questi dettami oligarchici e lobbistici. E anche i relativi attacchi alla democrazia trovano oppositori e opposizioni di un certo rilievo, specie da parte del ceto medio. Sul quale sono concentrate le azioni della poco lungimirante sinistra che ben sa di doverconquistare per primo questa categoria di persone. Il ceto medio è rappresentato da impiegati, cassieri, piccoli imprenditori di SOHO ( small office / home office ), che possono diffondere con molta incisività il malcontento e le idee formative nella classe immediatamente inferiore, sulla così chiamata ” massa”. Il dramma dello psicopatico al potere è aggravato dal detto di evangelica memoria, non puoi servire due padroni. Il potere delle lobby a cui deve soccombere e che non danno più sostegno, e contemporaneamente mantenere le strategie cominicative per continuare il controllo degli ignavi servitori. Compito impossibile ormai, dato che la globalizzazione e lo scambio di informazioni, sta lentamente operando verso la formazione e la presa di coscienza. Principalmente in quel ceto medio che ha accesso alle informazioni e che le diffonde capillarmente. Il leader è ormai prossimo alla fine, ma i burattinai che ne hanno promosso la vita e la sopravvivenza adesso hanno un nemico che non possono combattere con piccole distrazioni. Per la democrazia il vero grande pericolo è una ” distrazione di massa ” disastrosa.