Nuove intuizioni sulla patogenesi della sclerosi laterale amiotrofica
I sintomi della sclerosi laterale amiotrofica (SLA), una malattia neurodegenerativa che comporta la perdita delle cellule nervose che controllano il movimento, tendono a manifestarsi in età adulta. Per Davide Trotti, Ph.D., neuroscienziato della Thomas Jefferson University, ciò suggerisce che qualche fattore scatenante sconosciuto provoca il passaggio da uno stato quiescente a una tempesta biochimica che causa la morte neuronale.
Un fattore scatenante ipotizzato è la disfunzione dei percorsi energetici nel sistema nervoso centrale. Il metabolismo del glucosio nel cervello è alterato nelle persone con una mutazione genetica specifica legata alla SLA, chiamata C9-NRE, e questo cambiamento si verifica molti anni prima della comparsa dell’indebolimento muscolare che caratterizza la malattia.
Il dottor Trotti e i suoi collaboratori hanno intrapreso un lavoro di investigazione molecolare per descrivere come il metabolismo energetico alterato sia collegato alla disfunzione neuronale. In un recente articolo, pubblicato su EMBO Reports , il team ha dimostrato come il metabolismo alterato del glucosio nel cervello e nel midollo spinale sia dannoso per i motoneuroni in modelli preclinici che portano la mutazione genetica C9-NRE.
La disfunzione neuronale, a sua volta, mina ulteriormente i percorsi energetici in un circolo vizioso di risposte allo stress. Questo ciclo di problemi che i ricercatori hanno osservato nelle colture cellulari e nei modelli animali probabilmente gioca un ruolo nella neurodegenerazione osservata nei pazienti affetti da SLA.
Analizzando attentamente i percorsi molecolari coinvolti, il dottor Trotti spera di identificare potenziali bersagli terapeutici attraverso i quali un farmaco potrebbe interrompere la reazione a catena. L’idea è quella di prevenire l’evento scatenante e, si spera, di evitare o rallentare la progressione della malattia nei pazienti con la mutazione genetica.
“Ci sono farmaci sul mercato che possono influenzare questi processi”, dice, “e sono già approvati dalla FDA”. Il dottor Trotti spera nei farmaci prescritti per il diabete, una condizione che comporta anche un’alterazione del metabolismo del glucosio. Testare tali farmaci in modelli preclinici è il passo successivo per vedere se correggono lo squilibrio metabolico.