Mediopoli, terra di tutti, terra di nessuno.
Dal blog di Sergio Di Cori Modigliani.
L’importanza di quanto scritto merita di essere riportata per la massima diffusione. Come anche gli altri bellissimi scritti che invitiamo a leggere.
di Sergio Di Cori Modigliani
Abbiamo avuto tangentopoli, poi abbiamo avuto calciopoli, poi abbiamo avuto il bunga bunga, poi la serie dei tesorieri allo sbaraglio. Purtroppo, il cittadino italiano medio ha incorporato -giustamente- l’idea (in maniera più o meno inconscia) che il marciume in questa nazione è ormai endemico, strutturale, ne compone la spina dorsale, e quindi, per poter sopravvivere, ha prodotto un sistema immunitario psicologico di salvaguardia dei limiti minimi di tolleranza, per cui quando qualcuno urla allo scandalo, come reazione alla richiesta di arresto dell’on.Pinco o dell’on. Pallino, la reazione è “Ah!” e si ritorna a occuparsi delle proprie mansioni esistenziali.
Chi mi segue sa che non sono certo tenero con i miei connazionali, ma questa volta devo dire che questa assuefazione al ribasso, questa indifferenza alla quotidiana sequela di denunce, non è imputabile solo al cinismo degli italiani, a mancanza di sensibilità o alla scarsa consapevolezza sulle nostre mestizie paesane. La responsabilità sta anche nei media, nella loro gestione, nella loro espressione, nella loro permeazione.
E’ quella che di solito definisco “cupola mediatica”, a ben donde.
In teoria, mediopoli, potrebbe essere la grande mamma di tutti gli scandali.
Tranquilli, non si verificherà mai.
E’ una mamma che è già stata sterilizzata e quindi non partorirà mai.
Lo si può comprendere anche intuitivamente.
Come sarebbe mai possibile che venissero diffuse delle notizie tali per cui, automaticamente, chi le diffonde finisce in galera, oppure -se va bene- licenziato e quindi disoccupato, chi lo sa per quanto?
Da questo punto di vista bisogna ammettere che hanno gestito molto bene i meccanismi di esercizio di potere e di produzione di consenso in questo paese.
Quelli che noi amiamo definire “i poteri forti” gongolano e dormono sogni tranquilli.
Essi sanno, con certezza matematica, che tanto più si diffonde in Italia la corruttela, la malafede, la produzione di falsi ben congegnati nel campo dell’informazione di massa, tanto più saranno in grado di controllare le leve di potere nel nostro paese, riuscendo ad assumere un Monti al posto di Berlusconi oppure un Letta al posto di Monti, quando a loro serve ed aggrada.
Chi mai potrebbe avvertire la cittadinanza di ciò che accade se i media sono pilotati?
Quindi, mediopoli, non si verificherà mai.
E’ bene saperlo.
E non è saggio coltivare illusioni infantili.
Nel frattempo, ciò che è possibile fare, è condividere e dibattere sulla necessaria comprensione di alcuni meccanismi per allargare sempre di più lo spettro della consapevolezza e quindi diminuire sempre di più lo spazio dell’inganno collettivo ai danni della collettività.
E’ il motivo per cui siamo a livelli così bassi (l’ultimo paese dell’Unione Europea) per quanto riguarda la libertà di stampa in Italia.
In verità, la maggior parte delle persone non si rende conto della gravità del fatto, di quanto incida nel peggiorare il quadro economico, lo scenario politico dei diritti, distruggendo ogni possibilità di ripresa.
Ufficialmente si può parlare di tutto, il che è vero.
Il punto non sta in ciò che viene detto, bensì in ciò che non viene detto.
E per quanto riguarda ciò che viene detto, “come” viene detto e “perché”. Vi cito un brevissimo esempio: questa mattina ho acceso la televisione su Rainews24, e in basso, sulla striscia, orizzontalmente, passava la notizia che recitava così: “+0,7% la produzione industriale nel mese di agosto, prevale ottimismo in borsa”. Che notizia è?
Comunque, dopo circa un’ora, compare sul sito di borsa italiana il seguente comunicato
http://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/radiocor/prima-pagina/dettaglio/nRC_10102014_1228_272196995.html
INDUSTRIA: CSC, PRODUZIONE -0,2% SETTEMBRE, PEGGIORA CALO TERZO TRIMESTRE
A -0,6% e fermo il quarto trimestre (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 10 ott – Il Centro studi di Confindustria stima un calo della produzione industriale dello 0,2% a settembre su mese (+0,3% mensile ad agosto). Nel terzo trimestre, si rileva una flessione della produzione dello 0,6% sul precedente, in ulteriore peggioramento rispetto al -0,4% che si era registrato nel secondo trimestre e al -0,1% nel primo. Il quarto trimestre eredita dal terzo una variazione congiunturale nulla
(RADIOCOR) 10-10-14 12:28:42 (0272)NEWS 3
Già messo così non si capisce niente, ma è già qualcosa.
Ma la notizia del giorno (vera bomba dal punto di vista mediatico) non viene commentata, se non all’estero e negli ambienti economici e finanziari di tutta Europa.
Si riferisce al fatto che Mediaset sta fallendo, che hanno già iniziato licenziamenti in massa di giornalisti, che la Mondadori sta precipitando e forse non c’è più nessuna possibilità di salvarla dal fallimento e che tutto ciò è il frutto di ciò che è accaduto negli ultimi 45 giorni di cui l’intero sistema mediatico italiano ha poco se non per nulla riferito.
Ciò che è accaduto è stato considerato talmente grave da spingere la BCE, la Francia, la Germania e il London Stock Exchange a intervenire sull’Italia questa mattina con il pugno di ferro della legalità.
Qui di seguito ho postato tre articoli apparsi oggi su questo evento clamoroso, uno sulla Reuters, l’altro su Milano Finanza e il terzo su Ilsole24ore, il quotidiano di Confindustria.
Vi posso dare una confortante notizia per la vostra autostima: se leggendo questi articoli vi preoccupate perché non capite niente, date retta a me, non avete nessun problema di comprensione. Sembrano scritti apposta per non spiegare, per non far comprendere, per impedire di fare le connessioni.
(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Milano, 10 ott – Mediolanum in una nota prende atto del comunicato stampa di Fininvest, relativo al provvedimento di Banca d’Italia che prevede che Fininvest stessa inizi un processo per la dismissione della partecipazione in Mediolanum eccedente il 9,9%. Mediolanum mantiene e persegue la sua stabile e consolidata presenza nel mercato, cosi’ come avvenuta e riconosciuta in questi anni, forte della garanzia e della continuativa partecipazione della famiglia Doris, che detiene oltre il 40% delle azioni. Mediolanum proseguira’ la sua attivita’ nel rispetto delle strategie e dei principi che hanno sempre contraddistinto questo gruppo. In virtu’ del consolidato rapporto tra la famiglia Doris e Silvio Berlusconi esprimiamo totale solidarieta’ a quest’ultimo anche in questa circostanza.
http://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/radiocor/prima-pagina/dettaglio/nRC_10102014_0955_156928473.html
Bankitalia: Fininvest deve cedere oltre il 20% di Mediolanum. Berlusconi ha perso i requisiti di onorabilità
Perché senza l’appoggio politico, Mediaset, Fininvest, Mondadori, dimostrano di non valere nulla.
Alla fine di agosto scatta quindi il piano, che appare viaggiare su tre linee: quella politica, dove si va dal caro leader e si accetta qualunque prezzo, qualunque richiesta, purché si garantisca che verranno varati specifici provvedimenti, come impedire di ripristinare il falso in bilancio, mettere il bastone tra le ruote dei magistrati che indagano e garantirsi una via d’uscita per le sue aziende. Renzi, con il suo consueto infantile cinismo va in brodo di giuggiole e il PD pure. La seconda linea è chiara e consiste nell’iniziare i licenziamenti, avvalendosi della complicità del settore mediatico, per fare in modo che non si sappia troppo in giro, non si faccia troppo clamore. E così viene lanciato il nuovo trend di mercato, lo chiamano “esternalizzazione razionale”. A casa mia ha un altro termine: “schiavismo”. Vengono licenziati ben 232 giornalisti che percepivano una media di circa 50.000 euro l’anno, ai quali verranno poi proposti contratti a progetto, senza garanzie di durata e sottopagati. Tanto, grazie alla disoccupazione, c’è un tale esercito di riserva che basta fare un fischio e arrivano a migliaia, anche per meno di 12.000 euro l’anno.
Più aumenta la disoccupazione -e quindi la disperazione- tanto più si diffonde la cinesizzazione del lavoro (anche del lavoro intellettuale) e aumenta la possibilità di avere operatori che pur di guadagnare delle briciole, sono disposti a stare zitti, scrivere qualunque schifezza e applaudire qualunque obbrobrio raccapricciante. Non è più necessario usare le forme rozze e primitive, messe in atto dal partito fascista ai tempi di Mussolini, quando la dissidenza veniva bastonata e i riottosi obbligati con la violenza a bere l’olio di ricino.
Oggi sono più eleganti.
Pare che entro il mese di ottobre ne licenzieranno altri 500 e 6.000 entro la fine dell’anno.
La terza linea seguita è quella che verosimilmente ha fatto reagire gli ambienti finanziari europei e ha finito per produrre la dichiarazione di “disonorabilità e inaffidabilità” di Berlusconi, che tradotto vuol dire: “voi italiani non siete stati in grado e non avete voluto eliminare quest’uomo dal mercato, lo facciamo noi a nome vostro”. L’ordine, infatti, viene dall’Unione Europea, fortemente appoggiato da Mario Draghi, il quale ha dichiarato che “proprio in questi giorni in cui stiamo concludendo gli stress test dell’intero sistema bancario dei paesi componenti l’Unione Europea, non sono tollerabili atteggiamenti e comportamenti all’interno del sistema bancario e degli interventi privati in borsa che non siano perfettamente in linea con i parametri legali determinati dall’unione bancaria”.
Tradotto vuol dire (il messaggio è indirizzato agli sciacalli che lui ben conosce): “signori, siamo in totale emergenza, quindi pochi scherzi e rispettiamo i codici”.
E così, il nostro Berlusconi lancia la sua campagna sul campo.
Gli dà una mano il compagno di tante avventure, che si chiama Goldman Sachs. Ne hanno fatte tante insieme, coprendosi a vicenda e addirittura costruendo società miste, come nel 2006, 2007 e 2009 quando acquistarono Endemol, capitale Goldman Sachs e Mediaset (50% ciascuno) e poi rivenduta nel novembre del 2012 con Berlusconi stracotto e una massa debitoria intorno a circa 6 miliardi di euro di cui nessuno ha mai chiesto ragguagli in merito.
Non si dice mai di no a un vecchio socio.
E così, Goldman Sachs comincia a diffondere la voce -nel senso che invia per iscritto delle note ai propri facoltosi clienti- che attribuisce a mediaset una imminente resurrezione in borsa e fa abboccare anche Morgan Stanley e poi ci entra anche J.P.Morgan e alla fine di agosto sono tutti pronti e danno il titolo (viaggiava allora intorno ai 2,90 in borsa) a 4/4,50 euro ad azione per la fine di settembre. L’annuncio viene spalmato in tutte le banche italiane dove alcuni solerti funzionari spiegano ai loro clienti la mervaviglia finanziaria dell’ultima ora. C’è un’unica azienda, tra quelle grosse che operano nel settore finanziario, che non accetta. Anzi. Va in contro-tendenza e alla fine di agosto diffonde un proprio comunicato in cui spiega ai propri clienti che investire sul titolo mediaset “è fortemente sconsigliato perchè si tratta di un valore azionario altamente speculativo e chi compra o vende lo fa a proprio rischio e pericolo”. Si tratta della più antica società di consulenza finanziaria del mondo. Ha sede a Francoforte e si chiama Beremberg. Ha una particolarità unica: è stata fondata intorno al 1526 dal Duca di Beremberg, un aristocratico della Sassonia. Sono trascorsi, da allora, 500 anni. In questi secoli, la proprietà non è mai cambiata. Ancora oggi, 2014, l’amministratore delegato è un Beremberg. Ha quindi una credibilità (se non altro per esperienza) altissima, essendo sopravvissuti a tutto ciò che è accaduto in Europa dal 1526 a oggi. E i tedeschi, gli olandesi, i danesi, gli australiani, e gran parte deglin imprenditori statunitensi se ne fregano di Standard & Poor’s, di Moody’s o del Fondo Monetario Internazionale; loro si rivolgono alla Beremberg & figli.
E così, nell’ambiente finanziario circola la voce di questo scontro tra colossi della finanza intorno al baldanzoso nome di mediaset.
Arriva quindi quella che considero la ciliegina sulla torta, la prima settimana di settembre, quando l’avvocato, legale rappresentante di Berlusconi, regala alla nazione il vispo annuncio che, secondo me, serve a sostenere l’intera baracca strategica di mediaset, ovvero: siamo lieti di annunciare che l’Alta Corte di Giustizia di Strasburgo ha deciso di prendere in esame l’intero incartamento relativo alla condanna dell’ex cavaliere perché hanno preso atto che esistono dei punti oscuri che vanno chiariti. In Italia viene diffuso un lancio d’agenzia e l’intero sistema mediatico lo condivide pigramente, senza commenti specifici. Va da sé che il titolo vola e da 2,90 sale a 3 e poi a 3,20 e 3,40, arriva fino a 3,60 e c’è chi sottoscrive contratti e paga anche 4,50 perché si è fidato dei colossi finanziari e della notizia. E così la mediaset raggranella qualche centinaia di milioni di euro sul mercato dei capitali. Quando arriva l’annuncio ufficiale della corte di Strasburgo, la quale dichiara di non aver mai accettato il ricorso presentato dai legali di Silvio Berlusconi e di considerare destituite di ogni fondamento le notizie relative a una presupposta accettazione da parte della corte del ricorso, il titolo comincia a scendere, va da sè.
O meglio, va a picco.
Da 3.60 va a 3.40, poi a 3, 2.90, 2.80, arriva a 2.70 mentre Mondadori precipita.
Soltanto a Milano sono stati investiti circa 200 milioni di euro in una settimana che sono diventati 110 due settimane dopo.
Un trionfo per la Beremberg.
Un colpo da maestro per Mediaset.
Un grande applauso da parte mia (sincero) all’avvocato Longo che ha dimostrato di essere davvero un avvocato fedele e abile e sa come salvaguardare gli interessi del suo cliente.
Una catastrofe per la credibilità dell’Italia.
Panico e fuga di investitori dalla borsa di Milano che perde in due settimane il 15%.
Fine della storia.
In qualunque paese evoluto del mondo, tutto ciò non sarebbe accaduto.
Né si parla del crollo verticale dell’impero mediatico berlusconiano, che stanno svendendo in pezzi diversi agli spagnoli, ai francesi, agli emiri, ai tedeschi, agli australiani.
E’ comprensibile: uno dei legali di Berlusconi, l’avv.Ghedini, sta scrivendo insieme all’on. Boschi tutta la parte della riforma della giustizia relativa al conflitto di interessi, truffa in bilancio, intercettazioni, manipolazione del mercato, aggiotaggio, ecc.
L’Europa lo sa.
I tedeschi lo sanno.
Gli investitori pure.
E’ l’idea di mondo insegnata alla classe dirigente politica e imprenditoriale da Cesare Previti e Marcello Dell’Utri.
Per questo ci puniscono, ci insultano, ci prendono in giro, ci svillaneggiano.
Possiamo dar loro torto?