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Il “virus di tutti”

Il virus di tutti

Il virus di Epstein Barr in questo momento è dentro di voi: vive nel 95% della popolazione, si diffonde attraverso la saliva e più tardi lo si contrae e più è pericoloso.

Se lo avete preso per la prima volta da bambini, come la maggior parte delle persone, l’infezione sarà stata del tutto irrilevante. E così questo virus è riuscito a passare inosservato, pur avendo infettato quasi l’intera popolazione mondiale, diventando il “virus di tutti”.

Una volta entrato nel corpo, si nasconde nelle nostre cellule per il resto della vita. Da quando i virologi Anthony Epstein e Yvonne Barr lo hanno scoperto, nel 1964, il virus è stato collegato alla mononucleosi, a vari tumori e disturbi autoimmuni.

Studi pubblicati nel 2022 affermano che il virus di Epstein-Barr è una delle cause della sclerosi multipla, che spinge il corpo ad attaccare erroneamente il sistema nervoso. In particolare, il virus infetterebbe i linfociti B, fondamentali per riconoscere nemici potenziali.

Se un linfocita B non incontra il nemico, muore nella spietata eliminazione da parte del corpo delle cellule immunitarie inutili. Se invece lo trova, si divide e si trasforma in una cellula B di memoria, che proteggerà la persona dalle infezioni per il resto della sua vita.

Ciclo
Ciclo di vita del virus EpsteinBarr

La genialità dell’Ebv consiste nel prendere il controllo di questo normale processo. Manipola le cellule B infette illudendole di essere state attivate, spingendole a trasformarsi in cellule B di memoria, in cui il virus può nascondersi per decenni.

Occasionalmente l’Ebv esce dal suo nascondiglio, replicandosi quel tanto che gli basta per sopravvivere. Se si replica troppo poco, non troverà un altro ospite prima di essere eliminato dal sistema immunitario. Se lo fa troppo, rischia di danneggiare il suo ospite.

Quando questo equilibrio si rompe, un possibile risultato è il tumore. In attesa di avere un quadro più chiaro, bisogna chiedersi come pensiamo di gestire un virus che è dovunque, raramente causa malattie gravi ma quando lo fa può avere conseguenze devastanti.

Due nuovi vaccini realizzati dai National institutes of health (Nih) statunitensi in collaborazione con Moderna stanno per entrare nella fase degli studi clinici.

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