Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmailby feather

 

Solo alcuni decenni fa, la soia era considerata non commestibile — persino in Asia. Durante la dinastia Chou (dal 1134 al 246 AC) la soia era considerata uno dei cinque grani sacri, insieme a orzo, frumento, miglio e riso. Tuttavia, il pittogramma per la soia, che risale ai tempi precedenti, indica che non è stata mai impiegata come alimento, perchè mentre i pittogrammi per gli altri quattro grani mostrano la struttura del seme e dello stelo della pianta, il pittogramma per la soia mostra la struttura della radice. La letteratura agricola del periodo parla frequentemente della soia e il suo uso nella rotazione dei raccolti. Apparentemente la semina della soia inizialmente veniva fatta come un metodo per fissare l’azoto nel terreno.

La soia non è servita da alimento fino alla scoperta di tecniche di fermentazione, un po’ di tempo dopo durante la dinastia Chou. I primi cibi di soia vennero prodotti facendola fermentare come tempeh, natto, miso e salsa di soia. Più tardi, probabilmente nel II secolo D.C., gli scienziati cinesi hanno scoperto che un purée di soia cotta poteva essere fatto precipitare con solfato di calcio (gesso) o solfato di magnesio (sale inglese) per fare un caglio liscio, pallido — il tofu. L’uso di prodotti di soia fermentati e precipitati presto si estese in altre parti dell’oriente, particolarmente in Giappone e in Indonesia.

I cinesi non hanno mangiato soia non-fermentata perchè avevano altri legumi come le lenticchie e perché la soia contiene grandi quantità di tossine o “anti-nutrienti” naturali. Primi fra tutti ci sono dei potenti inibitori di enzimi che bloccano l’azione della tripsina (enzima che scinde le proteine) e di altri enzimi necessari per digestione delle proteine. Questi inibitori sono proteine complesse, fortemente intrecciate che non vengono disattivate completamente durante la normale cottura. Possono produrre forti dolori allo stomaco, digestione ridotta delle proteine e insufficienze croniche nell’assimilazione degli amminoacidi. Le diete con elevate quantità di inibitori di tripsina causano l’ingrandimento e altre condizioni patologiche del pancreas, compreso il cancro. La soia contiene anche emaglutinina una sostanza coagulante che fa in modo che i globuli rossi del sangue si raggruppino insieme. Gli inibitori della Tripsina e l’emaglutinina sono inibitori della crescita. I composti inibitori della crescita vengono neutralizzati dal processo di fermentazione, cosicché una volta che i cinesi hanno scoperto come fare fermentare la soia, hanno incominciato a incorporare nella loro dieta alimenti a base di soia. In prodotti precipitati, gli inibitori dell’azione enzimatica si concentrano nel liquido piuttosto che nel caglio. Quindi nel tofu, gli inibitori della crescita sono presenti in quantità ridotte ma non eliminati completamente. La soia contiene anche sostanze che inibiscono le funzioni della tiroide.

La soia contiene elevate quantità di in acido fitico, presente nella crusca o nella cuticola di tutti i semi. È una sostanza che può fermare l’assorbimento di minerali essenziali — calcio, magnesio, rame, ferro e specialmente zinco — nel tratto intestinale. Benché non sia molto conosciuto dal grosso pubblico l’acido fitico è stato studiato accuratamente; ci sono letteralmente centinaia di articoli sugli effetti dell’acido fitico nella letteratura scientifica. Gli scienziati sono completamente d’accordo che i regimi alimentari a base di cereali e legumi con elevate quantità di fitati favoriscono l’ampia diffusione di carenze di minerali nei paesi del terzo mondo. Le analisi mostrano che il calcio, il magnesio, il ferro e lo zinco sono presenti nei cibi coltivati in queste aree, ma l’alto contenuto di fitati della soia e dei cereali impedisce il loro assorbimento. La soia ha un livello di fitati più elevato di qualsiasi cereale o legume che sia mai stato studiato, e i fitati nella soia sono estremamente resistenti alle tecniche normalmente usate per ridurli come la lunga e lenta cottura. Solo un lungo periodo di fermentazione ridurrà significativamente il contenuto di fitati della soia. Quando i prodotti di soia che vengono fatti precipitare come tofu sono consumati con della carne, l’effetto di bloccare l’assimilazione dei minerali normalmente causato dai fitati è ridotto. I giapponesi mangiano tradizionalmente una piccola quantità di tofu o miso come ingrediente di un brodo di pesce ricco di minerali, seguito da una porzione di carne o pesce.

I vegetariani che consumano tofu e caglio di fagioli di soia come sostituti della carne e dei prodotti caseari rischiano provocare una grave carenza di minerali. Gli effetti dell’insufficienza di calcio, magnesio e ferro sono ben noti, non così bene quelli dell’insufficienza dello zinco. Lo zinco è necessario per lo sviluppo e il funzionando ottimale del cervello e del sistema nervoso. Gioca un ruolo nella sintesi delle proteine e nella formazione del collagene. E’ coinvolto nel meccanismo di controllo del livello di zucchero nel sangue e in questo modo protegge dal diabete. E’ necessario per un sistema riproduttivo sano. Lo zinco è un componente chiave in numerosi enzimi vitali e gioca un ruolo anche nel sistema immunitario. I fitati presenti nei prodotti di soia interferiscono nell’assorbimento dello zinco in maggior misura che nell’assorbimento degli altri minerali. L’insufficienza di zinco può causare una sensazione “di vuoto” che alcuni vegetariani scambiano per un “alto livello” di illuminazione spirituale. Il fatto di bere latte vaccino è considerato come la ragione per cui i giapponesi di seconda generazione in America sono più alti dei loro predecessori. Alcuni ricercatori ritengono che il ridotto contenuto di fitati nella dieta dei giapponesi nati in America, quali che siano le altre carenze che possono esserci, è la vera spiegazione della maggiore altezza, richiamando l’attenzione sul fatto che sia i bambini occidentali che orientali che non consumano abbastanza prodotti di derivazione animale contrastando di conseguenza gli effetti di una dieta consistentemente a base di prodotti di soia e quindi di fitati, frequentemente soffrono di rachitismo, arresto della crescita e altri problemi relativi alla crescita. Il maggiore consumo di carne nei casi osservati è stata la sorgente di minerali che hanno contrastato l’azione dei fitati. Quanto esposto sopra non è un suggerimento ad assumere prodotti di derivazione animale ma solo il risultato di un’osservazione. La conclusione logica è quella di evitare il consumo di soia e dei suoi derivati oltre che il consumo dei prodotti di derivazione animale.

Latte artificiale a base di soia per neonati
Fin dalla fine degli anni ’50 si sa che i sostituti del latte a base di soia contengono agenti che contrastano le funzioni della tiroide. I neonati a cui vengono dati preparati a base di soia sono particolarmente predisposti a sviluppare malattie della tiroide relative alle funzioni del sistema immunitario. La presenza di queste alterazioni della tiroide riscontrate nei bambini cresciuti con preparati a base di soia è elevata e il numero dei disturbi della tiroide a cui sono soggetti è tre volte superiore a quello a cui sono soggetti i loro fratelli e sorelle allattati diversamente. Fitzpatrick crede che il prolungato allattamento con preparati di soia inibisca il TPO (l’ormone tiroideo peroxidase) a un punto tale che il conseguente perdurare di elevati livelli del TSH (l’ormone che stimola la tiroide) può aumentare il rischio di cancro alla tiroide. Non è stato fatto molto per rendere i genitori consapevoli dei pericoli relativi alla tiroide derivanti dal consumo di preparati lattei a base di soia o per allertare il pubblico che un abbondante consumo di soia può essere un pericolo per le funzioni della tiroide. Tuttavia,nel luglio del 1996, il Dipartimento Britannico della Salute ha pubblicato un avvertimento che dichiarava che i fitoestrogeni presenti nei preparati a base di soia per allattare i neonati potrebbero influire negativamente sulla salute dei bambini. L’avvertimento era esplicito, indicando che i preparati a base di soia dovrebbero venire dati ai neonati solo dietro consiglio medico.

E’ stato consigliato di alimentare i neonati che non possono essere allattati al seno o che hanno reazioni allergiche ad altre formule con preparati alternativi a quelli a base di soia. La ragione per cui ulteriori informazioni non sono disponibili su questi problemi è probabilmente una conseguenza della forza tremenda delle grandi società agricole che dominano il mercato americano della soia. Sebbene gli “esperti” della salute, e quasi ogni programma sulla salute & benessere radiofonico e televisivo elogiano la soia come l’alimento miracoloso del nuovo millennio, i pediatri e la comunità medica dovrebbe saperne di più su questo argomento, e avvertire i pazienti dell’impatto dannoso che il consumo di prodotti di soia può avere sulle funzioni della tiroide. Un’indagine fatta da un programma televisivo ha rivelato che, fra tutti quegli elogi, alcuni scienziati stanno ora sfidando questa fittizia saggezza popolare, e lasciano intendere che ci possono essere aspetti negativi riguardo a questo “alimento miracoloso”. Le domande sul fatto che sia un prodotto sicuro sono in gran parte senza risposta”, afferma Daniel Doerge, uno scienziato ricercatore esperto di soia della FDA (Amministrazione federale americana degli Alimenti e Farmaci).

Nuovi studi hanno fatto sorgere domande riguardo al fatto che gli ingredienti naturali della soia potrebbero aumentare o meno l’insorgenza di cancro al seno in alcuni soggetti femminili, influire sulle funzioni cerebrali nei soggetti maschi e condurre a latenti anomalie nello sviluppo dei neonati. Questa discussione scientifica irrisolta continua a svilupparsi. Nel ottobre 2000, l’FDA ha pubblicato un bollettino sulla salute, concludendo che la soia può diminuire sia il livello di colesterolo che il pericolo di malattie di cuore. Ma due degli esperti di soia dell’ FDA – Doerge e il suo collega, Daniel Sheehan – si sono fatti avanti criticando le dichiarazioni della loro propria agenzia e hanno tentato di fermare la raccomandazione dell’FDA. La loro preoccupazione principale era che la pubblicazione potrebbe venire fraintesa come un’ invito ad usare le proteine della soia, al di là dei vantaggi esclusivamente per il cuore. Doerge e Sheehan hanno fatto presente che la ricerca mostra un collegamento tra il consumo di soia e i problemi di fertilità e i risultati sono una chiara indicazione degli effetti negativi a cui potenzialmente potrebbero essere soggetti gli esseri umani”, ha dichiarato Doerge. La loro principale preoccupazione ha a che fare con il comportamento degli elementi chimici della soia. Oltre a tutte le sostanze nutrienti e le proteine, esiste una sostanza chimica naturale che imita l’estrogeno, l’ormone femminile. Alcuni studi mostrano che questa sostanza chimica può modificare lo sviluppo sessuale. E infatti, due bicchieri di latte di soia al giorno nel corso di un mese portano ad un assorbimento di questa sostanza chimica sufficiente a modificare la sincronizzazione del ciclo mestruale femminile.”Si sta facendo un grande esperimento su neonati”, dice Sheehan “incontrollato e non controllato”. “Stiamo esponendo i neonati a delle sostanze chimiche presenti nei preparati a base di soia per bambini sapendo che la sperimentazione ha rilevato che vi sono degli effetti negativi, e non abbiamo mai fatto delle ricerche sulla popolazione per vedere se si riscontrano questi effetti”.

L’industria del latte artificiale per neonati, con la complicità di alcuni scienziati, ha distrutto queste critiche sulla soia chiamandole “dichiarazioni scientificamente ingiustificate che potrebbero spaventare indebitamente migliaia di genitori”. Kenneth Setchell, professore di pediatria al Children’s Hospital di Cincinnati e leader dei fautori della soia, sostiene che gli studi scientifici sulla soia fanno sperare che sia una soluzione per combattere molte malattie e che gli effetti negativi osservati sugli animali non si applicano agli esseri umani. “Ci sono state letteralmente centinaia di migliaia di neonati che sono stati cresciuti con preparati a base di soia.” asserisce Setchell.” Alcuni di quei neonati dovrebbero avere ora 30 o 40 anni. E non vedo alcuna prova di casi in cui ci sono anomalie”. Ma il Dr. Claude Hughes, direttore del Women’s Health Center al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles dichiara: “La mia attenta opinione professionale è che ha più senso non esporre inutilmente il vostro neonato a questi preparati”, E aggiunge: “Mentre l’allattamento al seno è di gran lunga preferibile, le madri che non allattano al seno dovrebbero utilizzare preparati a base di latte e considerare quelli a base di soia come ultima risorsa.”

Oltre alle sue preoccupazioni sugli effetti della soia sulla salute dei neonati, Hughes ha sollevato anche domande sul cancro alla mammella. In alcuni casi, si è pensato che la soia proteggesse dal cancro alla mammella. Ma alcuni studi indicano ora, per altre donne, che le sostanze chimiche trovate ampiamente nella soia possono incrementare un tipo di estrogeno assai diffuso che favorisce il cancro alla mammella. “Può accelerare divisioni di quelle cellule che sono già cellule cancerogene che dipendono dagli estrogeni per la loro crescita.” Afferma Hughes.

Gli Isoflavoni
Sembra che non ci sia quotidiano, rivista o programma di notizie che non abbia messo in risalto recentemente una storia sui sorprendenti benefici per la salute dei prodotti alimentari a base di soia e dei supplementi a base di isoflavoni della soia. La soia viene promossa come un sano sostituto alternativo dell’estrogeno per la donna, come una possibilità di ridurre l’insorgenza del cancro al seno, come un modo per ridurre i sintomi della menopausa, e come proteine povere di grassi in alternativa a carne e pollame. Ma ciò che tutte queste storie favorevoli omettono di dire è che esiste un aspetto negativo molto reale – ma trascurato – del consumo abbondante o a lungo termine dei prodotti di soia. Uno studio è stato fatto in Gran Bretagna facendo prendere 60 grammi di proteine di soia al giorno per un mese a donne in pre-menopausa. Si è scoperto che questo esperimento ha interrotto il ciclo mestruale, e gli effetti dell’isoflavone sono continuati per tre mesi dopo che la soia era stata tolta dalla dieta. L’isoflavone è noto anche perché modifica le condizioni della fertilità e perchè attua cambiamenti sugli ormoni sessuali. E’ stato dimostrato che gli isoflavoni causano gravi effetti negativi sulla salute di molti mammiferi compreso sterilità, malattie della tiroide e malattie del fegato. E questo pericolo è particolarmente grave per i neonati allevati con preparati a base di soia.

Queste sono informazioni che l’industria della soia non vuole che ne veniate a conoscenza. La vendita di prodotti di soia è un grande business, e la domanda crescente di proteine di soia, di farine di soia, e di integratori di isoflavoni lo sta facendo diventare uno dei più grandi business mai esistiti. I ricercatori hanno identificato gli isoflavoni come agenti potenti capaci di sopprimere le funzioni tiroidee e causare o aggravare l’ipotiroidismo. Il Dr. Mike Fitzpatrick, uno scienziato dell’ambiente e ricercatore sui fitoestrogeni hanno condotto studi approfonditi sulla soia, in particolare sull’uso preparati per l’infanzia a base di soia. Fitzpatrick si è assolutamente sicuro che i prodotti di soia possano avere effetti dannosi sia su adulti che neonati. In particolare, ritiene fermamente che i produttori di preparati per l’infanzia a base di soia dovrebbero rimuovere gli isoflavoni – quegli elementi della soia che agiscono come agenti anti-tiroide – dai loro prodotti.

Abbiamo sentito di tutto sui fitoestrogeni. Sono dei composti del mondo vegetale che imitano gli estrogeni, sono propagandati da alcuni come agenti miracolosi che prevengono il cancro, malattie di cuore e delle coronarie, osteoporosi (Tanto per nominarne alcuni). Ma c’è un lato molto più oscuro su questi composti, e cioè il fatto che disturbano il sistema endocrino. La soia contiene un fitoestrogeno, e quindi nel corpo agisce in modo molto simile a quello degli ormoni e non deve sorprendere il fatto che interagisca con l’equilibrio delicato dei sistemi ormonali della tiroide. Questi composti possono in effetti aumentare il rischio di cancro alla mammella e causare malattie della tiroide. I produttori di preparati per l’infanzia a base di soia si rifiutano di rimuoverli dai loro prodotti nonostante sappiano che i neonati alimentati con tali preparati sono a rischio di danni irreversibili.

Fitoestrogeni e neonati
Potete esserne certi – i fitoestrogeni non fanno bene al vostro bambino. Se state alimentando il vostro bambino con preparati a base di soia, il consiglio dei ricercatori è quello di smettere immediatamente. Perché? I neonati alimentati con i preparati a base di soia ricevono ogni giorno la stessa dose di fitoestrogeni che si è dimostrata biologicamente attiva negli adulti! Sottoponendo il vostro neonato a tali grandi quantità di fitoestrogeni state rischiando di esporre il vostro bambino al rischio di danni permanenti del sistema endocrino. Ci sono alternative ai preparati a base di soia che non contengono lattosio o proteine del latte; usate uno di quelli invece della soia.

Fitoestrogeni e sterilità
I fitoestrogeni possono rendere sterili gli animali, cosa sappiamo riguardo agli esseri umani? Ci sono evidenti possibilità che i fitoestrogeni riducano la fertilità maschile. E una donna che tenti di concepire dovrebbe evitare di prendere soia. Il gigante delle derrate alimentari Archer Daniels Midland ha presentato domanda alla FDA per far sì che venga concesso lo stato di non nocività a composti noti per essere tossici per il sistema riproduttivo! E’ stato chiesto alla FDA di approvare un attestato che afferma che il consumo giornaliero da 25 a 100g di proteine della soia diminuisce il pericolo di malattie di cuore e delle coronarie. Questa quantità di proteine può portare facilmente all’assunzione di megadosi di fitoestrogeni, fino a 600mg al giorno! La soia contiene numerosi composti che sono tossici sia per gli esseri umani che per gli animali.

L’industria della soia si riferisce frequentemente a queste tossine come sostanze anti-nutrienti, ossia che agiscono in qualche modo impedendo al corpo di ottenere il nutrimento completo di cui ha bisogno da un cibo. Le tossine della soia (come l’acido fitico) possono agire certamente in questo modo, ma hanno anche la capacità di puntare organi, cellule e processi di reazioni enzimatiche specifici e i loro effetti possono essere devastanti. Le tossine della soia su cui Soy Online Service esprime preoccupazion sono gli inibitori della proteasi, l’acido fitico, la lecitina di soia (o emaglutina), le nitrosammine e la misteriosa tossina della soia. Le Nitrosammines non si trovano per natura nella soia ma si formano durante il processo di lavorazione di prodotti come la proteina di soia isolata (ISP). Come con qualsiasi tossina c’e una dose sotto la quale gli effetti non sono notati. Soy Online Service ha esaminato i dati scientifici sulle tossine della soia e ha scoperto numerose verità allarmanti.

Non c’è alcuna legislazione per proteggere i consumatori dalle tossine contenute nei prodotti di soia.
Con la possibile eccezione della lecitina di soia, tutti gli altri prodotti di soia, indipendentemente da quanto ben lavorati, contengono da un basso a un moderato livello di tossine perchè i processi di lavorazione non sono in grado di rimuoverle completamente.
L’industria della soia fa poco per il controllo della qualità per proteggere i consumatori dal consumo di prodotti trattati inadeguatamente.

Inibitori della proteasi
Forse le tossine più conosciute della soia sono gli inibitori della proteasi (conosciute anche come inibitori della tripsina) che, come il nome suggerisce, sono in grado di inibire l’azione della proteasi (compreso la tripsina) che sono enzimi coinvolti nel processo di scomposizione delle proteine per poter essere poi usate dal corpo. Gli isoflavoni ai flavonoidi o alla famiglia degli elementi chimici chiamati bioflavonoidi e sono considerati endocrino-disgregatori — sostanze vegetali o altri prodotti che agiscono come ormoni, disgregando il sistema endocrino e, in alcuni casi, questa disgregazione include l’agire contro le funzioni della tiroide.(Il miglio, per esempio, contiene alti livelli di flavonoidi, ed è conosciuto comunemente come problematico per le funzioni tiroidee.) I flavonoidi inibiscono l’ormone tiroideo peroxidase (TPO) che disturba il corretto funzionamento della tiroide. Nell’edizione del marzo 1999 della rivista Natural Health c’è un articolo sulla soia che cita il Dr Daniel R. Doerge, un ricercatore del Centro Nazionale della FDA per la Ricerca Tossicologica. Il Dr. Doerge che ha fatto ricerche sulle proprietà anti-tiroide della soia, afferma: “Esistono rischi sostanziali per chi prende supplementi di soia o per chi mangia soia in gran quantità per i suoi pretesi effetti curativi. Ci sono certamente delle possibilità di interazione con la tiroide. Il Dr. Fitzpatrick crede che le persone affette da ipotiroidismo debbano evitare prodotti di soia, perché, “qualsiasi inibizione del TPO (l’ormone tiroideo peroxidase) lavorerà chiaramente contro qualunque tentativo di correggere qualsiasi stato di ipotiroidismo”. Inoltre, egli crede che la promozione attuale della soia come un cibo della salute porterà a un aumento dei disturbi della tiroide.

Quanta è innocua la soia?
Secondo Soy Online Service , per i neonati, qualsiasi tipo di soia è troppo. Per gli adulti, solo 30 mg isoflavoni di soia al giorno sono sufficienti per creare un impatto negativo sulle funzioni della tiroide. Questa quantità di isoflavoni è stata trovata in solo 0,15 – 0,23 litri di latte di soia, o 46 grammi di miso. L’USDA (Dipartimento dell’Agricoltura Americano) ha lanciato un sito web che sta promuovendo i vantaggi per la salute derivanti dal consumo di cibi a base di soia. Il sito elenca il contenuto di isoflavoni di 128 cibi, compreso hot dog vegetariani di soia, ceci e tofu. Questo potrebbe aiutarvi nel decidere quanta soia includere nella vostra dieta.

La proteina di soia isolata
Le aziende della lavorazione industriale della soia hanno lavorato duramente per cercare di eliminare questi anti-nutrienti dal prodotto finito, in particolare dalla proteina di soia isolata (SPI) che è l’ingrediente chiave nelle imitazioni di carne e prodotti caseari, includendo preparati per l’infanzia e alcune marche di latte di soia. L’SPI non è qualcosa che potete fare in cucina. Viene prodotta in impianti industriali in cui un impasto liquido di fagioli di soia viene prima mescolato con una soluzione alcalina per estrarre le fibre, quindi fatto precipitare e separato utilizzando un lavaggio acido e, infine, neutralizzato in una soluzione alcalina. Il lavaggio acido in serbatoi di alluminio immette alti livelli di alluminio nel prodotto finale. I cagli sono vaporizzati e asciugati ad alte temperature per produrre la polvere di proteine complesse. L’oltraggio finale all’originale fagiolo di soia è il trattamento di estrusione ad alta pressione e alta temperatura delle proteine di soia isolate per produrre proteine tessutali vegetali (TVP). Buona parte degli inibitori della tripsina possono venire rimossi con il trattamento ad alta temperatura, ma non tutti. Il contenuto di inibitori della tripsina presente nelle proteine di soia isolate può variare da una a cinque volte. Ma il trattamento ad alta temperatura ha l’effetto collaterale sfortunato di snaturare le altre proteine della soia a tal punto da renderle in gran parte inefficaci. Questa è la ragione per cui gli animali alimentati con soia hanno bisogno di supplementi di lisina perchè possano avere una crescita normale.

I Nitriti, che sono dei potenti agenti cancerogeni, si formano durante l’essicazione delle particelle vaporizzate mentre durante il processo di alcalinizzazione si forma una tossina chiamata lisinoalanina . Numerosi aromi artificiali, in particolare il glutammato monosodico (MSG), vengono aggiunti alle proteine isolate di soia e alle proteine tessutali vegetali di soia per mascherare il forte sapore di fagioli e darle quello della carne.
Il consumo delle proteine di soia isolate determina la carenza di vitamina E, K, D e B12 e crea sintomi di insufficienza di calcio, magnesio, manganese, molibdeno, rame, ferro e zinco. I residui di acido fitico in questi i prodotti di soia inibiscono pesantemente l’assorbimento di zinco e di ferro.
Animali alimentati con proteine isolate di soia hanno organi sviluppati in modo esagerato, in particolare il pancreas e la tiroide, e hanno depositi eccessivi di acidi grassi nel fegato. Inoltre le proteine isolate di soia e le proteine tessutali vegetali sono inserite senza alcun limite nei pasti delle mense scolastiche, nei prodotti da forno commerciali, nei fast food. Vengono anche promosse pesantemente nei paesi del terzo mondo. Nonostante l’evidenza di scarsi risultati già riscontrati nell’alimentazione animale, l’industria della soia sponsorizza molti studi architettati in modo da far credere che i prodotti a base di proteine di soia possono venire impiegati nell’alimentazione umana in sostituzione dei cibi tradizionali.

Soia e cancro
I nuovi regolamenti della F.D.A. (Amministrazione Federale degli Alimenti e Medicinali) non permettono che venga inserito alcun tipo di dichiarazione di prevenzione del cancro sulle confezioni di alimentari, ma questo non ha impedito alle industrie e ai suoi marketing operators di farle nei loro opuscoli promozionali. “Oltre a proteggere il cuore”, dice una brochure di una società produttrice di vitamine, “la soia si è dimostrata un potente agente anti-cancro…i giapponesi, che mangiano soia in quantità 30 volte maggiore dei nordamericani, hanno un’incidenza più bassa di cancro della mammella, dell’utero e della prostata. Questo è vero. Ma i giapponesi, e gli asiatici in generale, hanno tassi molto più alti di altri tipi di cancro, in particolare il cancro dell’esofago, dello stomaco, del pancreas e del fegato. Gli asiatici di tutto il mondo hanno anche alti tassi di cancro della tiroide. La logica che collega tassi bassi di cancro degli organi di riproduzione al consumo di soia impone attribuzione di alti tassi di cancro alla tiroide e del sistema digestivo agli stessi cibi, in particolare perché la soia causa questi tipi di cancro in laboratorio. Ma quanta soia mangiano poi gli asiatici? Un sondaggio del 1998 ha rilevato che la quantità giornaliera media di proteine di soia consumata in Giappone era di circa otto grammi per gli uomini e sette per le donne – meno di due cucchiaini da tè. Il famoso Cornell China Study, condotto da Colin T. Campbell, ha scoperto che il consumo di legumi in Cina varia da 0 a 58 grammi al giorno, con una media di circa 12 grammi.

Partendo dal presupposto che due terzi del consumo di legumi è costituito da soia, il consumo massimo è di circa 40 grammi, meno di tre cucchiai da tavola al giorno, con un consumo medio di circa nove grammi, ovvero meno di due cucchiaini da tè. Un’indagine condotta negli anni ’30 ha scoperto che gli alimenti a base di soia hanno costituito solo l’1.5 % delle calorie nella dieta cinese, mentre il 65 % delle calorie era di provenienza animale, specificatamente suina. (gli Asiatici per cucinare usavano tradizionalmente il lardo, non oli vegetali). I prodotti di soia fatti fermentare tradizionalmente sono un condimento naturale delizioso, che può fornire fattori nutrizionali importanti nella dieta asiatica. Ma eccetto in tempi di carestia, gli Asiatici consumano prodotti di soia solo in piccole quantità, come condimenti, e non in sostituzione dei cibi animali – con una eccezione: i monaci che vivono nei monasteri osservando il celibato e conducendo uno stile di vita vegetariano ritengono la soia abbastanza utile come alimento perché diminuisce il desiderio sessuale.

Migliaia di donne ora consumano soia convinte che le protegga dal cancro della mammella. Inoltre, nel 1996, dei ricercatori scoprirono che le donne che consumano proteine di soia isolate hanno avuto un’incidenza maggiore di iperplasia epiteliale, una condizione che fa presagire la presenza di tumori maligni. Un anno dopo, si è scoperto che il genistein (un supplemento contenente isoflavoni della soia) stimolava le cellule della mammella ad accelerare il ciclo cellulare – una scoperta che ha portato gli autori a concludere che le donne non dovrebbero consumare soia per evitare il cancro della mammella. Venticinque grammi di proteine isolate di soia contengono da 50 a 70 mg di isoflavoni. Alle donne in pre-menopausa bastano solo 45 mg di isoflavoni per subire effetti biologici significativi, compreso una riduzione di ormoni necessari per le corrette funzioni della tiroide. Questi effetti sono stati rilevati fino a tre mesi dopo la cessazione del consumo di soia. Cento grammi di proteine di soia possono contenere quasi 600 mg di isoflavoni, una quantità che è tossica. Nel 1992, il servizio sanitario svizzero ha stimato che 100 grammi di proteine di soia forniscono il valore equivalente degli estrogeni della pillola anti-concezionale.
Degli studi lasciano intendere che gli isoflavoni inibiscano la sintesi dell’estradiol (ormone estrogeno) e altri ormoni steroidi. I problemi riproduttivi, la sterilità, le malattie della tiroide e del fegato dovuti all’apporto dietetico degli isoflavoni sono stati osservati, in zoo e allevamenti, in numerose specie animali incluso topi, ghepardi, quaglie, maiali, storioni e pecore. E’ stato detto che gli isoflavoni della soia abbiano un effetto favorevole sui sintomi della menopausa, compreso le vampate di calore, e che proteggano dall’osteoporosi. Il grado di disagio derivante dalle vampate è estremamente soggettivo, e la maggior parte degli studi mostrano che i soggetti di controllo (a cui sono state somministrate compresse contenenti sostanze assolutamente neutre) descrivono una riduzione del disagio in quantità uguale ai soggetti a cui sono stati dati gli isoflavoni. La pretesa poi che la soia previene l’osteoporosi è straordinaria, dato che gli alimenti a base di soia bloccano l’assimilazione del calcio e causano carenza di vitamina D. Se gli asiatici hanno un’incidenza di osteoporosi più bassa degli occidentali, è perché la loro dieta procura molta vitamina D dal consumo di gamberi, frutti di mare e lardo e molto calcio da brodi di ossa. La ragione per cui gli occidentali hanno alti tassi di osteoporosi è perché hanno sostituito con l’olio di soia il burro, che è una sorgente tradizionale di vitamina D e di altri attivanti lipo-solubili necessari per l’assimilazione del calcio

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmailby feather